Formulare con attenzione una crema, con una cascata di grassi studiata per bene a tavolino, con tutti gli attivi giusti allo scopo e con risultati finali pessimi
Per nervosismo farne un’altra il giorno dopo con una scelta degli oli a gusto personale, una pesata approssimativa e per sfida, addirittura, invertire le fasi versando A in B e con risultati meravigliosi.
Di recuperare una crema che si sta irricottendo con aggiunta di una nuova fase grassa con dosi minimaliste, riscaldata rapidamente e istericamente. La crema si salva ma tu non saprai mai perché?
Di non avere tempo ma avere l’idea ossessiva di farsi un certo olio-burroso con l’olio di vaniglia e l’aroma di vaniglia che non te lo levi dalla testa, che ti piacerebbe tanto portarti dietro l’odore paradisiaco ma tanto tu il tempo non ce l’hai e non ci puoi ragionare sopra su come si deve fare. E allora butti qualche grammo qua e là, così tanto per zittire ‘sto pensiero ed ecco viene fuori la pomata della tua vita che finisce subito. Poi finalmente hai tempo, tenti di ricordare a memoria quello che hai fatto, studi come hanno fatto gli altri e viene fuori un impasto nauseabondo che temi di dover odiare la vaniglia per sempre e non sai più che farci con quello sgorbio e naturalmente stavolta ne è venuto tanto.
Di non mettere l’etichetta subito e di aver perso il foglietto con la formulazione. Di certo quel prodotto funzionerà bene.
La crema viene in un certo modo o in una certa quantità e all’ultimo momento ti accorgi che il barattolo dispenser che avevi programmato è occupato o irrecuperabile o salta fuori quando non lo vuoi.
L’etichetta non si toglie, rimane la colla ma quel barattoletto è proprio quello giusto.
Di fare 100 stampe con l’elenco della densità degli oli e quando serve bisogna correre a stampare di nuovo perché non si trova neanche una copia.
etc etc etc
